Non molto frequentemente sentiamo parlare di MCV, un nome alquanto strano che, però, ci fa collegare subito ad un ben più usato e al decisamente più comune MCS. Non a caso ci si collega al MCS perchè proprio da tale deriva, ma che cos’è ? Come si forma? Come influenza la mesoscala a breve termine? Cercheremo di spiegarlo in questo articolo dunque mettetevi comodi .
Intanto partiamo col dire che un MCV è l’acronimo di Mesoscale convective vortex, da cui la traduzione italiana di vortice convettivo a mesoscala. A Mesoscala è l’aggettivo utilizzato per descrivere le dimensioni di determinati sistemi meteorologici, una scala intermedia tra quella sinottica e quella a microscala. Giusto per citarla fino in fondo esistono tre divisioni di Mesoscala e sono: Mesoscala alfa ( 100-300km di estensione), Mesoscala beta ( 40-100km di estensione) e infine mesoscala gamma ( inferiore ai 40km di estensione). Detto ciò, quello che ci aspettiamo di trovare è dunque un vortice relativamente limitato in estensione e infatti così è in quanto mediamente un MCV ha un estensione rientrante nella mesoscala gamma e talvolta in quella beta. Come anticipato è strettamente collegato al MCS ( Mesoscale convective system, da cui la traduzione sistema convettivo a mesoscala) e più frequentemente ai più rari MCC ( Mesoscale convective complex, da cui la traduzione complesso convettivo a mesoscala). Entrambi sono ammassi di temporali e rovesci che in sostanza coesistono come se fossero un solo elemento in cui è possibile trovare CB in fase di maturità, crescita e senescenza, ammassi di temporali che generano grosse quantità di calore latente tramite la convezione nonché, in particolari condizioni termodinamiche e cinematiche, eventi severi estesi e di lunga durata. Gli MCV sono strettamente legati a questi 2 appena descritti poiché la loro nascita deriva proprio da loro, nello specifico da una loro porzione collocabile molto spesso nell’area stratiforme delle precipitazioni.
La sua formazione è ad ora non ancora del tutto spiegata, o meglio non sono ancora ben comprese le dinamiche dietro la sua intensificazione o decadenza, e per tanto vi sono parecchie teorie. Nonostante ciò è chiaro che il rilascio di grosse quantità di calore latente in atmosfera da parte degli updrafts temporaleschi va progressivamente a scaldare l’aria. L’aria scaldandosi inizia a diventare meno densa e per tanto la sua pressione va a diminuire. E così che viene a crearsi una zona di bassa pressione rispetto alle zone circostanti, bassa pressione con un core caldo ( Warm-core low). Tale zona di bassa pressione è collocabile in medio-bassa troposfera al di sopra dei cold pool ( la cui traduzione non proprio bellissima è piscina fredda) derivanti dalle precipitazioni dei grossi temporali presenti nel sistema. Come noto un area di bassa pressione induce convergenza al suolo a divergenza in quota per tanto è ben presente un area di convergenza laddove la warm-core low agisce.
Diversi studi hanno evidenziato come la loro genesi non sia molto comune ma nemmeno così rara. E’ stato evidenziato che tali vortici prediligono gli MCC piuttosto che gli MCS in quanto questi ultimi hanno una struttura molto variabile come forma , spesso allungata e spesso con zone non ugualmente attive a livello di convezione. Gli MCC, invece, hanno una struttura molto più circolare e nella maggior parte dei casi evolvono in MCV presentando vorticità riscontrabile da bande di outflow in quota e da rotazione del MCC stesso. Per concludere nel MCC il warm-core low resta ben inserito all’interno del MCC e non nelle periferie o in zone potenzialmente soggette a disturbi.
Gli MCV hanno un grosso impatto nella mesoscala specie a corto termine ( 12-24h). La loro vita continua anche dopo la completa dissipazione del MCS/MCC generatore e possono indurre una nuova ondata di temporali specie , nell’emisfero Nord, sul settore meridionale del MCV dove viene favorita la salita di masse d’arie e dunque la formazione di nuova convezione. Sono anche particolarmente importanti nella previsione a breve termine di tornado in quanto la rotazione nei bassi strati va localmente ad esasperare lo shear di basso livello sia direzionale che in velocità ( fattori estremamente importanti per la genesi di tornado). Ultimo ma non meno importante , seppur non direttamente collegato alle nostre zone, un MCV su acque tropicali può essere la base, in condizioni termodinamiche e cinematiche idonee, di sviluppi tropicali ( ergo cicloni tropicali).