La supercella LP del 23 Marzo 2024
Durante la giornata del 23 Marzo, un forte temporale ha percorso l´alta pianura padana piemontese e lombarda, lasciando una scia di grandinate da Borgomanero fino a Cremona.
Il temporale è classificabile come una supercella di tipo LP, per una serie di fattori che andremo ad analizzare.
Analisi sinottica
Nel campo dei geo potenziali a 500 hPa quel giorno una saccatura nordatlantica positivamente inclinata faceva il suo ingresso sul nord Italia, dietro rimontava l´alta pressione subtropicale. In alta quota, tra le 2 figure sinottiche, scorreva un ramo della corrente a getto da nordovest, con venti molto forti a 300 hPa, accompagnata da un anomalia di PV con un´intrusione di aria fredda e secca stratosferica fino alle medie quote, con un conseguente abbassamento della quota della tropopausa, cioè il limite tra troposfera e stratosfera.
L DLS è letteralmente il taglio nello strato profondo, dove il termine profondo si riferisce al fatto che esso è misurato lungo 6 km di verticale; a differenza del getto però non misuriamo una velocità assoluta, ma il cambiamento di essa integrato lungo tutto lo spessore: ciò che conta è quindi la differenza di intensità del vento tra le alte e le basse quote e di solito un incremento del DLS indica un accelerazione del vento alle alte quote. L´ingresso del ramo del jet streak in alta quota ha favorito un aumento del DLS, cioè del windshear di tipo speed, che portava a formare strutture ad asse obliquo negli eventuali temporali, ovvero a corrente ascensionale inclinata con l´updraft ben separato dal downdraft, infatti le particelle di vapore e i nuclei di ghiaccio più in alto si muovono in senso orizzontale più velocemente rispetto a quelle in basso, generando uno sfasamento con le seconde che rimangono arretrate rispetto alle prime: ecco il senso del termine taglio! Tuttavia d´altra parte un getto troppo forte spazza via le incudini dei cumulonembi e in alcuni casi possono proprio non formarsi temporali. I modelli propendevano probabilmente per questa soluzione, poichè l´energia simulata era abbastanza scarsa per sostenere temporali in un ambiente ricco di windshear. I
L´altro motivo per cui si è potuta formare la supercella è probabilmente il maggiore stazionamento della convergenza dei venti al suolo: i modelli simulavano una predominanza del vento di favonio secco, che si sarebbe mosso velocemente da nordovest a sudest attraverso la pianura piemontese e lombarda. Si è osservata invece una persistenza del vento di marino umido e mite da sud sul pavese, che ha fissato per più tempo la dry line con il föhn verso il novarese, ove si sarebbe innescata la supercella.
Lungo convergenze come queste si è accumula la gran parte dell´energia disponibile per la convezione, poichè una massa d´aria umida e mite venendo a contatto con una secca e fredda subisce una spinta di galleggiamento verso l´alto, in questo caso il vento da S è stato il nastro trasportatore di umidità, senza il quale non avremmo avuto la formazione del cumulonembo.
E´ possibile conoscere le caratteristiche della massa d´aria attraverso la Theta E.
La Theta E è una grandezza che è funzione temperatura, umidità e pressioni iniziali di una massa d´aria: consiste nella temperatura che avrebbe una particella di aria, presa a temperatura ambiente, se fosse sollevata adiabaticamente fino a una quota ipotetica dove fa così freddo che tutto il vapore sia condensato in nube e separato da essa e poi riportata alla quota di riferimento. La condensazione rilascia calore latente che riscalda la massa d´aria, ne consegue che ci sono almeno 3 modi per aumentare la Theta E: avere una temperatura di partenza più alta, avere più vapore contenuto nell´aria o scendere meno al ritorno.
L´innesco per la convezione a livello del suolo ha visto la formazione di una convergenza tra venti che provenivano da direzioni differenti:
il vento di marino da S, in questa stagione relativamente umido, il vento di favonio secco da ovest e il favonio dalle Prealpi, leggermente più freddo e umido dal Canton Ticino.
Nella nostra mappa notiamo che il vento da S è umido e ha più alta Theta E rispetto ai venti di fhon.
Ora che abbiamo l´energia, ci manca un ultimo ingrediente per la formazione di una supercella che è lo shear direzionale, ovvero il cambiamento di direzione del vento salendo di quota, dalla nostra mappa e serve per fare ruotare il nostro cumulonembo, cioè per formare un mesociclone .
Nella giornata lo shear direzionale era complessivamente scarso, però la direzione del vento da S nei bassi livelli ha incrementato lo SREH 0-1 Km (LLS, taglio di basso livello) dove essi hanno soffiato, come vedremo però il mesociclone si è formato ad un altezza superiore, dove non era presente tale cambiamento di direzione del vento.
La possibile spiegazione è che le correnti ascensionali abbiano trasportato la vorticità dal basso nella zona di confluenza con lo stesso vento da S.
Analisi radiosondaggio
Passiamo all´analisi del profilo verticale atmosferico realmente presente poche ore prima del temporale nella zona di Novara. E´ presente moderata instabilità con 575 J/Kg di mixed layer CAPE. L´energia risulta interamente concentrata nella HGZ, cioè la zona con temperatura compresa tra 0 e -20°C, dove sono abbondanti gli embrioni di grandine; vedremo poi che le precipitazioni cadute saranno costituite per la maggior parte da grandine.
Un primo LCL sta a circa 1 km di altezza, tuttavia a causa di uno strato di inversione (CIN) tra 1,5 e 2,5 km di altezza; il livello di libera convezione (LFC) parte dai 3 km. Sarà qui che osserveremo la formazione della base del temporale, come tipico nelle supercelle LP l´aria secca non permette la strutturazione del mesociclone di basso livello e si formano strutture tipo high based.
Attorno ai 5 km di altitudine si nota bene il naso verso sinistra della curva del punto di rugiada, indice di una massa d´aria più secca che ha favorito ulteriormente la formazione della grandine.
Nei bassi strati non c´è il marino e non abbiamo SREH (shear direzionale), ma molto shear di tipo speed, come è possibile notare dal profilo dell´odografo che è molto disteso e allungato, ma molto poco curvo.
Il profilo sarebbe idoneo alla formazione di temporali a multicella in questa fase, se non fosse che nel giro di 2-3 ore il vento da sud avrebbe incrementato il LLS, come spiegato nell´immagine precedente.
Attorno ai 4-5 km, sotto il naso della curva di DP si ha una brusca accelerazione del vento con la quota (DLS): nella zona dove abbiamo a contatto l´aria secca e veloce con l´aria sottostante più lenta e umida si ha il CAPE.
Brevi cenni al radar e sulla struttura del temporale
Il giorno del 23 marzo 2024 una supercella LP nasce nel biellese, da cumuli e successivamente a cumulonembi nel tragitto verso est. Il struttura dalle foto condivise dal gruppo Telegram “Tornado in Italia” , iniziava a dare qualche sospetto sulla zone dell’Updraft, che alla fine viene rivelarsi un Updraft rotante del tipo LP.
Il temporale era ad asse obliquo, con una zona di correnti ascendenti libera della precipitazioni, ben distinte dalla zone di outflow sotto l’incudine che si espande sospinta dai forti venti da NW.
Nella zona delle correnti ascendenti, spuntava un Lowering, (abbassamento della base), seppur molto limitata ad abbassarsi ulteriormente per i bassi tassi di umidità che entravano da nord ovest(favonio).
Su questa immagine, si può notare come la simulazione dotata da Meteologix.com alla voce Hail size.
Il temporale ha prodotto chicchi di grandine anche >2cm nella zona a sud ovest di Milano poco dopo che il top del temporale avesse la massima altezza.